rassegna stampa per Crupi


Il paradiso lo preferisco per il clima,
l'inferno per la compagnia
di Massimo Celani

Gentile Pasquino, chissà se mai giungerà a destinazione ma provo a trasmetterti una rassegna stampa degli ultimi giorni. Ti riguarda. Lo so, sono la persona meno adatta ma mi piacerebbe tenerti informato. 
Scrive Bruno Gemelli: "la parola, priva di retorica ma colorita nella forma, esondava. Adattando l'eloquio alla platea". (Mi scuso in anticipo con Bruno Gemelli e con gli altri a seguire, ma sto applicando una certa inflessibilità crupiana). Priva di retorica ma colorita? Conosci altro colore nella parola che non sia determinato dalla tavolozza retorica? E poi, "adattando l'eloquio alla platea" vuol dire che tu maneggiavi benissimo inventio, dispositio e elocutio, proprio a partire dai destinatari. Padronanza (ovviamente retorica) invidiabile e che io non posseggo. Figurati che molti anni or sono persino l'oscuro Armando Verdiglione mi redarguì con un biglietto, mentre parlavo nella sua Caulonia. C'era semplicemente scritto: "il pubblico non è universitario".
"Polemista finissimo e iperbolico, duttile, dialogante (...) perché le sue armi erano la parola e le idee. Un uomo buono nonostante qualche atteggiamento burbero". Ecco, caro Gemelli, vaglielo a dire a Luca Addante che si beccò un pugno in faccia solo perché con somma cortesia lo aveva invitato ad abbassare la voce o comunque a spegnere il telefonino. Il set era la biblioteca civica di Cosenza e Pasquino pontificava tracotante come al solito.

"Negli ultimi tempi ho avuto il privilegio d'intensificare il confronto dialettico con P.C. sul terreno della nascita di un nuovo meridionalismo del quale egli stesso mi riconosceva come uno dei promotori". Chi sarà mai a tirarti per la giacchetta? Nientepopodimeno che il presidente Scopelliti. "Un nuovo meridionalismo"? ma ci facci il piacere! O con lui sei forse stato accondiscendente (tu avresti detto "corrivo")?

Zio Agazio ti ricorda come "combattente socialista" e un "fine intellettuale". Fine? Sì, ho capito, ho spezzato il sintagma "fine intellettuale", ma tu  con un gioco di prestigio avresti tirato fuori dal taschino una bandiera rossa, mandandolo contestualmente affanculo, non lesinandogli le giuste contestualizzazioni sulla carnale e politica necessità della volgarità meridionale. 

Filippo Veltri ti ricorda come "una delle menti più lucide". Lucide in che senso? 

Mario Occhiuto si salva facendo riferimento ai libri, "scritti su una realtà che resta sospesa nella storia dell’immutabilità, continueranno ad accompagnarci nella conoscenza di un mondo che ci appartiene ma che spesso fatichiamo a capire”. E' che Iole Perito è proprio brava e cerca di non mettergli in bocca banalità. Ora si tratterebbe di capire cosa c'entra con te un  elegante signore,  che parla a bassa voce, che mai ha gridato in vita sua. Uno che usa congratularsi coi giornalisti che teme: forse si spaventa che tu possa spedirgli una irata luna rossa dall'aldilà? 

Oggi ci pensa Walter Pellegrini, sulla Gazzetta del Sud, a inanellare una lunga serie di sciocchezze sul maestro e l'allievo, su Piromalli e su di te, sull'allievo che diventa maestro attraverso un rito, un brindisi in morte dello stesso Piromalli al termine della presentazione di un romanzo di Fortunato Seminara. Cosa ancora più sacrilega se si pensa - e tu lo sai benissimo, Piromalli forse nemmeno lo sapeva - che Seminara ti odiava.

Fuori dal coro Giocchino Criaco che almeno cifra un tuo tratto "dispettoso" e Aldo Varano che non sottace i bisticci e gli scontri furiosi, oltre che il tuo "inquieto girovagare tra un partito e l’altro senza mai trovare quello giusto". Leporace se la cava con il ricordo di una parola "adirata" e di una mangiata di maiale "ammazzato in una  di quelle famiglie che hanno i maschi in carcere". Dice  Paride che "quel giorno capii tanto della nostra Calabria". Da esperienze antropologiche del genere, in anni lontani ma con lo stesso commensale, Paolo Guzzanti ricava oggi pagine meno pensose. E diciamolo pure: esilaranti. 
(Criaco, Varano e Leporace su www.zoomsud.it; Paolo Guzzanti, Senza più sognare il padre, Aliberti, 2012)

Quanto a me, non ti ho mai conosciuto. Si conviveva sul giornale di Paride, tu in prima pagina coi corsivi a quadretti, io in terza con "ora esatta". Immagino quanto ti potesse risultare effimero e stare sul cazzo quanto pubblicavo, intrecciando semiologia, retorica e psicanalisi. Per tre anni semplicemente ci siamo ignorati, da separati in casa, a pochi centimetri quadrati di distanza. Solo una volta facesti un passaggio su "gli intellettuali vegetariani" che - da marxista-animalista - sentii a me riferito. E ti replicai con un garbo che a te era sconosciuto. Poi venne la stroncatura a "la Calabria brucia", libro di Mauro Minervino, preceduta dalla candida ammissione di non averlo letto, senza che il fatto però t'impedisse d'indirizzare all'autore una "adirata" sequela di improperi (peggiorati dal minaccioso titolo "condoglianze da San Luca"). 
Protestai, in privato, ma venni buttato fuori lo stesso. Anche se è probabile che il reato di lesa maestà crupiana fu solo un pretesto: l'editore e il direttore dell'epoca non vedevano l'ora di farmi fuori. "Intellettuali vegetariani" però era un bel sintagma, oltre che uno stigma arguto. Mi sforzai di non respingerlo a priori, di accoglierlo come un'obiezione fondata e lo decostruii come variazione sul tema de "gli effeminati intellettuali" di Mishima. Certo per te, vegetariano e effeminato erano parolacce. Ma rispetto ai fiumi d'inchiostro che ogni giorno si sprecano era qualcosa di pungente, di sana reazione al luogocomunismo (sic) imperante. 

Anch'io, nel mio piccolissimo, non ho mai amato la pigrizia comoda, la posizione confortevole del piccolo cabotaggio e sempre preferito il mare aperto e le correnti (non di partito). Qualche sazizza ogni tanto la mangio e, se ci dovessimo rincontrare (suppongo all'inferno), per favore non sputarmi. Dammi atto che "corrivo" (facile a lasciar correre, indulgente) non lo sono mai stato. Nemmeno con te.

ps (omaggio espresso non in poetese ma in forma di aggiornamento sportivo)
Luna Rossa è rimasta ieri / a galleggiare sconsolata / con un guasto al pannello di controllo.

Commenti

  1. ricevo da Ciccio De Rose

    LUNA ROSSA
    a Pasquino Crupi – 20 agosto 2013

    Pasquinu àju canusciutu
    e a peddri nun m’è piaciutu :
    troppu era arruganti ,
    ‘n’avìa ppi tutti quanti !
    Beh !...studiava e lijia ,
    ma puru assai vivija ,
    facìa ‘u socialista
    ccu retrugustu cumunista !
    ‘a pila nun nasiava
    e ccu iddra s’ammuttava :
    accattari s’a sapìa
    e ccu ra pinna pungìa .
    Chiru ca di buonu à fattu
    supra ‘u livru l’à scrittu…!!

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  2. Fuori del coro anche i contributi di Ercole Giap Parini (su meridionalismo e questioni identitarie) e di Francesco Garritano (sulla prostituzione intellettuale). Con loro mi sento meno solo e per questo li ringrazio.

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